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Le faunalia

Divinità campestre proteggeva il bestiame

Fauno, divinità italica di origine pastorale, viene raffigurato con corpo per metà di uomo e metà di capra, corna e zoccoli. Era una creatura campestre che proteggeva il bestiame: ne incentivava la prolificità e la salute.
Stando alle testimonianze, l’unico tempio di Fauno si trovava sull’Isola Tiberina e, presso un bosco situato nelle vicinanze della fontana Albunea, esisteva un celebre oracolo dedicato al dio.
Nel calendario romano a Fauno erano dedicate due festività chiamate le “Faunalia”.
Le Faunalia invernali (o Faunalia rustiche) si svolgevano dal 5 all’8 dicembre e chiudevano l’anno nelle campagne, mentre le Faunalia Primaverili, meglio conosciute come (Lupercalia), precedevano il risveglio primaverile della natura invocando la protezione sulle greggi, e ricorrevano il 15 febbraio.
Il primo giorno delle Faunalia Rustica (il 5 dicembre), era indicato come “dies faustus”, giorno di buon auspicio, particolarmente adatto allo svolgimento di attività commerciali.
Caratteristica soprattutto delle zone rurali, le Faunalia Rustiche erano celebrazioni che avvenivano all’aperto, nei campi, che si protraevano anche nelle ore notturne. In suo onore si sacrificava un capretto o una pecora, le cui carni erano distribuite ai presenti, assieme a grandi boccali di vino.
Erano giorni in cui i buoi non dovevano essere sottoposti al giogo, perché all’allegria dilagante dovevano partecipare non solo gli uomini, ma anche gli animali: gli agnelli ruzzolavano nei prati, i villici riposavano coricati sull’erba oppure eseguivano balli rustici. Sembra che in quella ricorrenza, miracolosamente il lupo non desse più la caccia alle greggi. Durante le ore notturne aveva luogo una danza particolare, attraverso la quale si invocava la protezione di Fauno sul raccolto e sul bestiame.
Le faunalia