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I pollai di Ustica

La storia dell’avicoltura italiana attraverso i documenti

Ricostruzione dei paesaggi agricoli, delle fattorie, dei pascoli e della gestione degli animali domestici e selvatici. 


Ustica è un'isola del Mar Tirreno staccata dalle altre isole siciliane (in alto a sinistra nella stampa sopra) e non fa parte delle Isole Eolie. Posta a circa 67 km a nord-ovest di Palermo e a 95 km a ovest di Alicudi, occupa una superficie di circa 8,65 km2 con una circonferenza di 12 km e misura 3,5 km di lunghezza e 2,5 km di larghezza.
Gli antichi romani la chiamavano Ustica (da ustum = bruciato) mentre i greci, Osteodes, ossia ossario, per i resti di mercenari che vi sarebbero morti per fame e sete. Da alcuni viene ritenuta la dimora della maga Circe, che trasformava gli incauti visitatori in maiali. È accertata la presenza costante, nel tempo, di vari antichi popoli mediterranei, Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani che vi lasciarono vestigia dappertutto. In seguito divenne base dei pirati saraceni e lo rimase per lunghissimo tempo.
Nel 1759 Ferdinando III di Sicilia impose una colonizzazione dell’isola. Sotto i Borbone, l'isola fu anche un luogo di confino per prigionieri politici e tale restò anche sotto casa Savoia.
Per quanto riguarda l’ambiente rurale le tipologie costruttive si discostano dalla realtà rurale siciliana. Si trovano infatti i così detti “pagghiari” che non erano altro che ricoveri temporanei.
Una svolta all’architettura rurale fu data dai Benedettini (1300) che assegnando lotti di terreno ai coloni, favorirono la costruzione di abitazioni, di ridotte dimensioni (monocellulari), in muratura. Queste con il tempo si trasformarono e con successive aggregazioni si andò a realizzare la casa colonica utile alla vita della famiglia contadina. In queste aggregazioni non mancava il pollaio, in muratura, per l’allevamento del pollame e il sostentamento della famiglia rurale.
La presenza del pollaio in queste abitazioni rurali (arricugghiuta) testimonia la presenza delle donne che, inserita nel ciclo produttivo da maggio a ottobre, contribuiva all’economia rurale preparando le conserve, i fichi secchi, l’uva passa, le mostarde e accudendo il pollame.

I primi ricoveri rurali dell’isola erano temporanei e costituiti da pareti realizzate con pietra lavica a secco e tetto in paglia spiovente

 

Abitazione rurale monocellulare costituita da una stanza unica (1) che veniva utilizzata come camera da letto in estate e magazzino in inverno. Il piano cottura era esterno (2) come la cisterna (4) e l’acquaio (5). Era sempre presente un pollaio in muratura (3) per il pollame

 

Casa rurale aggregata e evoluta. Al primo nucleo (1) viene aggiunta una stanza (2) adibita inizialmente a riparo attrezzi – sementi e in seguito a camera da letto. La casa rurale viene “arricchita” con un pergolato (3), il piano cottura (4), il forno (5), la cisterna (7), la vasca (8) e una stradella ciotolata (9). Per gli animali viene realizzato un pagliaio (6), il ricovero per gli asini (10) e il pollaio (11)

I pollai di Ustica