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Allevamento del coniglio per produzioni di qualità a gennaio

Bollettino di BassaCorte di gennaio

Consigli e indicazioni per l'allevamento del coniglio per ottenere produzioni di qualità nel mese di gennaio.

Gestione dei conigli
I conigli allevati in gabbie tradizionali all’aperto sono in attività riproduttiva e si devono organizzare gli accoppiamenti e controllare i parti. In questo periodo devono essere individuate le femmine migliori dalle quali ottenere le nidiate che in autunno vanno a sostituire le femmine poco produttive. La scelta deve essere fatta tra quelle coniglie che hanno dato maggiori risultati lo scorso anno.
Il mese freddo in cui ci troviamo non preoccupa particolarmente i conigli in quanto provvisti di pelliccia che li protette egregiamente dal freddo e dai rigori invernali. Il coniglio però è un mammifero abituato a vivere sul terreno con il ventre ben appoggiato a terra e protetto dalle correnti d'aria. Si dovrà pertanto prestare molta attenzione non al freddo ma alle correnti che colpiscono gli animali in gabbia dal basso verso l'alto: proprio sul ventre.
Nelle cassette nido è necessario aggiungere fieno di prato polifita per ridurre al minimo le dispersioni di calore. Dopo il parto controllate le nidiate (giornalmente durante la prima settimana) per la verifica immediata dello stato di salute, del numero dei nati, per l’eliminazione dei morti, dei soggetti deboli.
Dopo lo svezzamento, che avviene almeno dopo la quinta settimana, i conigli possono essere allevati a terra su pavimento imbottito di paglia. La concentrazione consigliata è di 7-8 capi per metro quadrato. Possono essere allevati sino a 50 capi, coetanei, nello stesso box.

La riproduzione nei conigli
Per ottenere buoni risultati nella fecondazione delle coniglie è necessario scegliere il momento giusto. Anche se l’ovulazione delle coniglie è indotta dall’accoppiamento non va dimenticato che questi mammiferi hanno un ciclo di ovulazione che dura 16 giorni dei quali 10-12 sono fecondi. Possono essere fecondate quindi le femmine che presentano la mucosa vulvare rossa (sintomo di calore).
L’accoppiamento deve essere preceduto dal corteggiamento durante il quale il maschio stimola la regione inguinale della femmina ottenendo una maggiore accettazione e una sicura ovulazione. Se dopo l’accoppiamento la femmina viene lasciata con il maschio per almeno 10-15 minuti si ha un miglioramento della fertilità. Non dimenticate che per i maschi giovani i primi accoppiamenti devono essere fatti con femmine non primipare.

Pseudigravidanza
È possibile che dopo il primo accoppiamento non si verifichi la fecondazione e si instauri una “pseudogravidanza”. Questo stato può durare 2-3 settimane e le coniglie possono essere re inseminate dopo 20 giorni. Se anche al secondo tentativo la coniglia non resta gravida si consiglia di sostituirla. Non va comunque dimenticato che quando le giornate sono corte, si verifica il più basso tasso di fecondità annuale. Questo problema può essere risolto con la regolazione del fotoperiodo.

Prestare attenzione al parto
Avvicinandosi il momento del parto, la femmina si strappa il pelo dalle cosce, dal ventre ma soprattutto dal petto e lo unisce al materiale già presente all’interno del nido, rendendolo più soffice e caldo.
Il parto può avvenire in qualsiasi momento della giornata anche se è più frequente al mattino. La coniglia si sgrava velocemente dando alla luce 6-8 coniglietti. Il parto non presenta difficoltà; molte sono invece le cure che occorre avere dopo l’evento: dal pareggiamento delle nidiate al controllo dei nidi e degli abbeveratoi. La coniglia allatta i piccoli una sola volta al giorno.

Pareggiamento delle nidiate
Una coniglia che ha partorito meno di 4 coniglietti conviene riaccoppiarla subito e affidare i piccoli ad una balia. Coniglie poi con nidiate numerose (oltre 8-9 nati vivi) non sono in grado di accudire a tutta la prole e quindi alcuni piccoli verranno affidati ad un’altra balia. Per praticare il trasferimento bisogna però disporre di coniglie con nidiate poco numerose (5-6 piccoli) che abbiano partorito lo stesso giorno. Ad ogni balia comunque non vengono affidati più di tre coniglietti. Il passaggio viene effettuato entro il secondo-terzo giorno di vita. Il momento idoneo è quello subito dopo l’allattamento, in modo che i nuovi coniglietti trascorrano 15-18 ore nel nuovo nido prima che la coniglia ritorni ad allattarli e riconosca l’odore degli intrusi. Per ovviare a questo inconveniente è possibile anche strofinare i coniglietti sul mantello della coniglia balia in modo che possano assumerne l’odore. Naturalmente durante queste operazioni le mani dell’operatore dovranno essere ben pulite ed eventualmente si consiglia di strofinarle con erbe profumate: timo o maggiorana.

Ciclo riproduttivo mediterraneo
Nell’allevamento rurale del coniglio è consigliabile praticare un ciclo riproduttivo mediterraneo. Questo consiste nel portare la femmina al maschio tre giorni dopo la fine dello svezzamento. Dopo circa 5 settimane dal parto i coniglietti sono abbastanza sviluppati e la femmina può essere cambiata di gabbia. In questo modo i coniglietti rimangono nella gabbia dove sono nati mentre la femmina viene collocata in un’altra gabbia vuota. Il cambiamento di gabbia provoca uno stress che nel nostro caso e da considerarsi in maniera positiva dato che stimola la femmina ad accettare il maschio. Dopo tre giorni dal cambio gabbia la femmina viene portata al maschio e la provabilità di gestazione è altissima. La coniglia poi inizia la gestazione senza il peso dell’allattamento preparandosi meglio ad allevare la futura prole.

Accertamento della gravidanza
Dopo 10 – 12 giorni dall’accoppiamento procedete all’accertamento della gravidanza. Uno dei metodi più usati è quello della palpazione. Questa è una operazione che prevede una certa professionalità da parte dell’allevatore. Tra il decimo ed il quattordicesimo giorno, dopo l'accoppiamento, nell'utero della coniglia gli embrioni si sono sufficientemente sviluppati e la loro presenza può essere rilevata attraverso la palpazione dell'addome. L'operazione va eseguita sistemando la femmina su di una superficie piana e facendo il possibile affinché la coniglia risulti completamente rilassata. La coniglia viene tenuta ferma con una mano (generalmente la sinistra) mentre con l'altra si scivola verso il ventre procedendo dalla parte anteriore a quella posteriore.
Gli embrioni si manifestano come sfere carnose elastiche che raggiungono le dimensioni di un fagiolo, non molto tangibili, ben aderenti alle pareti uterine. Una volta localizzati è confermata la diagnosi.
Dubbi sulla diagnosi possono sorgere con:
- coniglie eccessivamente grasse la cui copertura di grasso rende difficile notare gli embrioni;
- coniglie con mammelle molto sviluppate perché è frequente che la palpazione coincida con il punto massima lattazione;
- coniglie con pochi feti: se ce ne sono tre o meno è difficile riconoscerli;
- coniglie eccessivamente nervose che non si prestano alla manipolazione.

Sistema d'allevamento ciclizzato
Vi consigliamo di seguire il sistema ciclizzato in modo da poter raggruppare i parti e consentire quindi l'adozione dei piccoli. Infatti se una femmina partorisce pochi piccoli o troppi è opportuno procedere al pareggiamento delle nidiate allo scopo di ottenere nidi con 6-8 coniglietti per femmina.
Per una corretta gestione anche di un piccolo allevamento di conigli si consiglia di organizzare le attività a cadenza settimanale in modo da organizzare le diverse procedure e destinare ogni giorno della settimana a una determinata operazione.
Questa gestione settimanale dipende dal metodo d’allevamento che si intende seguire. Quello che noi proponiamo è relativo ad un allevamento in gabbi – ceste sistemate all’aperto con macellazione dei conigli all’età di 90 giorni e svezzamento dopo le 5 settimane e cioè a 38 giorni.
Quindi per riassumere le attività che devono essere svolte le riassumiamo di seguito indicando il giorno necessario per questa attività:
1. partiamo dall’accoppiamento che viene fatto il giorno 1;
2. poi segue la palpazione per l’accertamento della gravidanza che viene fatto 13 – 14 giorni dopo il parto;
3. poi abbiamo il parto dopo 30 giorni dall’accoppiamento;
4. il secondo giorno dal parto si controllano le nidiate;
5. il terzo giorno dopo il parto si può procedere, se necessario, al pareggiamento delle nidiate;
6. a 38 giorni dalla nascita si esegue lo svezzamento e cioè si allontana la coniglia e si sposta in un’altra gabbia;
7. a 90 giorni dopo il parto i conigli sono destinati alla macellazione per la ristorazione.
L’organizzazione del ciclo settimanale dipende da quando si vogliono vendere o macellare i conigli. Ipotizzando di destinare il venerdì alla macellazione l’organizzazione settimanale si esplicita in questo modo:
lunedì: controllo dei parti;
martedì: pareggiamento delle nidiate e svezzamento;
mercoledì: palpazione e accertamento della gravidanza;
giovedì: palpazione e accertamento della gravidanza;
venerdì: accoppiamenti e macellazione;
sabato: nulla;
domenica: parti.
Considerando che durante il parto non ci sono attività da seguire restano due giorni liberi alla settimana e cioè il sabato e la domenica. Ovviamente l’alimentazione deve essere fatta tutti i giorni.

Integrazione luminosa
Come tutti gli animali anche nel coniglio l’attività riproduttiva è legata al fotoperiodo cioè le ore di luce in una giornata. Per ottenere dei buoni risultati riproduttivi il fotoperiodo deve essere pari a 16 ore di luce/giorno con un’intensità di 3-4 watt per m2. Nel periodo autunnale e invernale, quando le ore di luce/dì sono inferiori il problema viene risolto integrando la luce solare con luce artificiale sia al mattino che alla sera.
A inizio di gennaio il fotoperiodo naturale è di poco superiore alle 9 ore: serve quindi un’integrazione di 7,00 ore di luce e l’illuminazione deve essere accesa dalle 2,30 alle 7,00 del mattino e dalle 16,30 alle 18,30 della sera;
dal 20 gennaio a fine mese servono 6,30 ore di luce e l’illuminazione deve essere accesa dalle 3,00 alle 7,30 del mattino e dalle 17,00 alle 19,00 della sera.

Alimentazione dei conigli
In merito all’alimentazione ricordiamo che il fabbisogno d’acqua dei conigli è molto variabile a seconda della loro età e del periodo fisiologico. Le femmine con nidiata consumano circa 3,5-4,0 litri di acqua al giorno. Durante questo periodo infatti, la produzione giornaliera di latte (250 grammi per femmina) ed il consumo dei piccoli fanno di molto aumentare la necessità di acqua. Conigli in allevamento e femmine gravide, invece, hanno un consumo medio di ½ litro di acqua capo/die. Questo quantitativo naturalmente può essere influenzato dal tipo di alimentazione somministrata. I foraggi freschi, che contengono dall’80 al 90% d’acqua, fanno sicuramente diminuire il consumo di acqua di bevanda rispetto ad alimenti secchi o mangimi che invece contengono il 12-15% d’acqua.
Bisogna poi prestare attenzione alla temperatura dell’acqua che non deve mai essere troppo fredda perché può provocare delle enteriti (infiammazioni dell’intestino).
Seguite con cura l’alimentazione in quanto i conigli devono affrontare gli sforzi della gestazione e dell’allattamento.
Un’alimentazione di base deve essere costituita da cereali e leguminose distribuiti sotto forma di fiocchi con un’integrazione di fieno necessaria per l’apporto di fibra. La forma a foglia dei semi fioccati è infatti molto appetita ai conigli e il loro valore nutritivo è elevato. Il fieno inoltre deve essere distribuito giornalmente sia ai riproduttori che agli animali all’ingrasso.
I vantaggi determinati dalla somministrazione del fieno sono molteplici e oltre al valore nutritivo va ricordata anche la capacità di questo alimento di mantenere in ottimo stato la fisiologia digestiva del coniglio. Gli steli delle essenze che costituiscono il fieno, prima di essere ingeriti devono infatti essere accuratamente masticati. Tale operazione determina un'abbondante produzione di saliva che con la sua acidità mantiene inalterato il Ph intestinale contribuendo a mantenere sano il coniglio.
L’alimentazione inoltre può essere integrata con foraggi verdi: erbe dei prati (medica e trifoglio), erbai (veccia, segale e ravizzone), foglie, piante infestanti (scarpate delle strade di campagna, bordi delle ferrovie, ecc.), tuberi, radici, verdure come il cavolo, ortiche. La distribuzione di questi foraggi può essere fatta due volta al giorno.
Se si registra una scarsità di foraggi verdi, le mele e le pere di scarto possono essere distribuite ai conigli come integrativo dell'alimentazione verde. Oltre ad essere degli ottimi alimenti questi frutti sono da considerarsi anche come una strategica bevanda. Mele e pere inoltre sono da considerarsi come integrazione ricca di zuccheri e pertanto molto energetica.
Considerate le abitudini notturne del coniglio non fate mai mancare erbe o verdure nella rastrelliera durante la notte. La quantità di foraggi da distribuire alla sera deve essere tale da consentire degli avanzi al mattino che verranno poi consumati durante la giornata. Al mattino, invece, distribuite mangime e cereali fioccati.
Per quanto riguarda il mangime si consiglia la distribuzione di un “tipo unico” con le seguenti caratteristiche medie: proteine grezze 17%, fibra grezza 14%, grassi grezzi 2-3%, e 2.500 Kcal/Kg di energia digeribile. Il mangime deve essere distribuite in mangiatoie a tramoggia: nelle gabbie dei riproduttori la mangiatoia deve avere in fronte di almeno 10 cm e una capienza media di 1,5-2,0 Kg mentre per i conigli all’ingrasso a terra si consigliano mangiatoie a tramoggia con scomparti ampi 7-8 cm e nel numero di 2-3 scomparti per 8-15 conigli.
Particolare attenzione deve essere poi posta all’acqua di bevanda. Specialmente di notte l’acqua può gelare con disagio agli animali. Se non disponete di un impianto a ciclo chiuso di distribuzione dell’acqua è necessario svuotare gli abbeveratoi alla sera e riempirli al mattino presto. Per diminuire i disagi legati all’assenza d’acqua di bevanda si può ovviare distribuendo tuberi e radici: carote, patate (una al giorno), topinambur ecc.

Igiene d’allevamento
In questi mesi i conigli possono presentare una perdita di appetito con tendenza a sdraiarsi. Il pelame si presenta arruffato e possono manifestarsi anche forme diarroiche, associate a gonfiore addominale. I conigli colpiti perdono rapidamente peso e appaiono deperiti. In questi casi è possibile si tratti di coccidiosi che nel coniglio è una malattia molto grave. È sostenuta da un microrganismo le cui diverse specie colpiscono vari parti dell’apparato intestinale e alcuni organi.
Le uova del parassita (oocisti), eliminate con le feci degli animali infetti, possono essere ingerite assieme ad alimenti ed acqua infetti.
In caso di malattia lieve è necessario intervenire per stimolare le naturali difese immunitarie dell’animale, bloccare la perdita di sangue, favorire la cicatrizzazione e delle lesioni intestinali e creare nell’intestino un ambiente sfavorevole al parassita. Si possono utilizzare gli stessi prodotti impiegati nella prevenzione aumentandone l’uso: almeno 8-10 giorni e ripetere dopo 15 giorni. I prodotti non lasciano residui e le carni possono essere destinate all’alimentazione umana in qualsiasi momento.
Allevamento del coniglio per produzioni di qualità a gennaio